mercoledì 9 gennaio 2019

Per riprenderci......

Ribadiamo che questo è il testo aggiornato della legge di iniziativa popolare presentato nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con oltre 400.000 firme e poi depositato nella scorsa legislatura con il sostegno dell’intergruppo parlamentare per l’acqua bene comune. Successivamente ulteriormente aggiornato e depositato in questa legislatura a firma di diversi parlamentari del M5S.
Intendiamo denunciare la mistificazione che è stata fatta nel corso delle audizioni.
In primis, è evidente che l’attuale assetto di gestione non è assolutamente in linea con l’esito referendario del 2011 in quanto le aziende, a parte poche eccezioni, sono società di capitali che sottostanno alle regole del mercato e alla logica del profitto.
In particolare la vocazione delle grandi aziende multiservizio quotate in Borsa, ossia le “4 grandi sorelle” HERA, IREN, A2A e ACEA, non è quella di produrre servizi pubblici fondamentali, ma di “creare valore per gli azionisti”, e cioè di distribuire consistenti dividendi. Infatti, dal 2010 al 2016 esse hanno prodotto utili rilevanti e ne hanno distribuiti la grandissima parte: in termini cumulati, IREN, A2A, HERA e ACEA hanno realizzato utili per 3 miliardi e 257 milioni di EURO e hanno distribuito dividendi per 2 miliardi e 983 milioni di EURO ai soci pubblici e privati, pari al 91% degli utili!
Va anche decostruita la narrazione secondo cui l’intervento di ARERA (già AEEG e AEEGSI) abbia favorito l’aumento degli investimenti.
I dati parlano chiaro: il margine operativo lordo, la cosiddetta “ricchezza” prodotta, è in forte crescita, soprattutto in questi ultimi anni, dal 2014 ad oggi, non a caso da quando, a partire dal servizio idrico, si è arrivati alla nuova regolazione tariffaria di ARERA che, in spregio ai risultati referendari, garantisce certezza e incremento di profitti. In termini percentuali, il margine operativo lordo, sempre cumulando i dati delle 4 grandi multiutility, passa dal 17,4% rispetto al totale dei ricavi nel 2010 al 24,6% nel 2016. E questa crescita va in primo luogo ad alimentare i profitti, visto che - e questo è un altro dato di grande importanza - l'incidenza degli investimenti realizzati rispetto al margine operativo lordo cala progressivamente sempre più, passando dal 58,6% nel 2010 al 40,2%  nel 2016.
Perseguire una strategia di questo tipo ha portato queste aziende ad avere una situazione di indebitamento decisamente alto, praticamente pari al proprio patrimonio netto e con valori elevati anche rispetto al margine operativo lordo. E' questo il processo di finanziarizzazione che interessa anche queste aziende, il fatto cioè di operare in modo consistente nel mercato dei capitali e quindi di dover essere molto sensibili al corso azionario, che diventa così la variabile strategica delle scelte delle aziende stesse.
D’altra parte, gli ultimi dati ISTAT disponibili sulle perdite delle reti idriche sono impietosi: nel 2015 si attestano al 41,4% a livello nazionale.
Siamo in presenza di una situazione eclatante, che la dice lunga sullo stato del nostro servizio idrico, e anche sul fallimento delle scelte tutte orientate alla privatizzazione da almeno 20 anni in qua. Non c'è bisogno di molto ingegno per capire che c'è una correlazione tra questa situazione, lo stato della rete idrica e gli investimenti del tutto insufficienti che si fanno in proposito.
Ciò dimostra anche come il nuovo “mantra” circa la necessità di favorire le economie di scala sia del tutto infondato.
Si tratta di un dato gravissimo in un periodo storico in cui il risparmio idrico e la qualità dell'acqua sono priorità riconosciute anche dagli accordi internazionali in tema di cambiamenti climatici e tutela ambientale.    
Assume poi contorni da terrorismo mediatico l’affermazione secondo cui l’approvazione di questa legge porterà ad un aumento delle tariffe tra il 10 e il 15%. Avverrà, piuttosto, il contrario essendo finalmente eliminata la possibilità di continuare a inserire in tariffa qualsiasi voce riconducibile al profitto, oltre a togliere le competenze sul servizio idrico ad ARERA viste le sue scelte tariffarie esose, antipopolari e in palese violazione referendaria. ARERA ha poi avallato l’esproprio di milioni di euro, attuato con l’addebito sulla bolletta dell'acqua di un illegittimo “conguaglio ante 2012”.
Ribadiamo, quindi, che oggi più di ieri è necessaria una radicale inversione di tendenza ed è sempre più importante riaffermare il valore paradigmatico dell'acqua come bene comune, ribadendo che: l'acqua è un diritto umano universale e fondamentale ed è la risorsa fondamentale per l'equilibrio degli ecosistemi; l'acqua deve essere gestita esclusivamente tramite enti di diritto pubblico (aziende speciali e aziende speciali consortili), ossia l’unico modello in grado di fuoriuscire dalla logica di mercato e garantire la gestione partecipativa delle comunità locali; è necessario giungere ad un sistema di finanziamento basato sulla fiscalità generale e su un meccanismo tariffario equo, non volto al profitto e che garantisca gli investimenti.
Per affermare questi principi chiediamo che la legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” sia approvata quanto prima.
Roma, 9 Novembre 2018.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

domenica 5 luglio 2015

Atersir Piacenza vota il bando europeo: Vergogna!


Il Consiglio ATERSIR di Piacenza ha approvato l'affidamento del servizio idrico tramite gara europea. Tramonta definitivamente la possibilità di una società pubblica.
Voltagabbana!!! Riprendiamoci i Comuni!

venerdì 12 giugno 2015

Lettera di R.Petrella al Presidente della Repubblica


Sono passati 4 anni dai referendum del 12/13 giugno 2011 sull'ACQUA,
dove sul secondo quesito - quello che eliminava il profitto delle Spa sugli investimenti nei servizi idrici -
il SI ottenne quasi il 95,8% dei VOTI (26.130.637 voti su 27.277.276 di voti validi),
indicando chiaramente una precisa indicazione alle Istituzioni democratiche:
quella di approvare una legislazione che consentisse/aiutasse la
ripubblicizzazione nella gestione dei SERVIZI IDRICI,
tramite aziende totalmente pubbliche e controllate dai Comuni e dai cittadini
a livello territoriale ampio (possibilmente coincidente con i bacini idrici).
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Roma 10 giugno 2015
Presso la Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio
si è svolto il CONVEGNO dal titolo
"L'acqua è un diritto umano"
organizzato dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua.
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Ha aperto l'iniziativa un saluto della Presidente della Camera, Laura Boldrini.
Sono intervenuti, tra gli altri, Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano,
Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camer
a.
Moderatore Maurizio Torrealta, giornalista.
VEDI VIDEO SU:
Laura Boldrini: https://www.youtube.com/watch?v=AOy8iGLLNPc (durata: 1 minuto e 45 secondi)
Alex Zanotelli: https://www.youtube.com/watch?v=7CJIuQjyfzs (durata: 1 minuto e 17 secondi)
http://www.agenziavista.it/34065_padre-alex-zanotelli-acqua-renzi-in-direzione-opposta-a-referendum-questo-mi-fa-male-01_17/
Video completohttps://www.youtube.com/watch?v=93WPz7SuMLc (2 ore e 52 minuti)
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http://www.acquabenecomune.org/notizie/nazionali/3053-12-13-6-4-compleanno-dell-acqua
4° compleanno dell'acqua
Il referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua compie 4 anni!
Sono pass
ati 4 anni da quella grande mobilitazione popolare che portò 27 milioni di italiani a votare per l'acqua pubblica. Si tratta dell'ultimo successo in termini di affluenza la voto della nostra repubblica. Dal 12 e 13 giugno 2011 infatti, ogni volta che si vota si sente la solita filastrocca sulla disaffezione alla politica.
Il 12 e il 13 giugno non si festeggia solo il compleanno dei referendum ma anche il compleanno di una grande festa di democrazia in cui le italiane e gli italiani sono andati a votare non per un partito politico ma per l'acqua bene comune!
Tanto c'è ancora da farei governi BerlusconiMontiLetta e Renzi hanno fatto finta che quel referendum non ci sia mai stato: abbiamo ancora bisogno del vostro sostegno e del vostro supporto. 
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LO SCANDALO COSTITUZIONALE
Lettera aperta di Riccardo Petrella
al Presidente Sergio Mattarella
Gen­tile Signor Pre­si­dente On. Ser­gio Mat­ta­rella,
                                                                                                               il 12 e13 giu­gno del 2011, 27 milioni di cit­ta­dini hanno detto chia­ra­mente e con immenso entu­sia­smo (la demo­cra­zia può essere felice), «no al pro­fitto con l’acqua pota­bile», abro­gando la norma che sta­bi­liva la deter­mi­na­zione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, con­tro la remu­ne­ra­zione del capi­tale inve­stito dal gestore.

Gli ita­liani hanno coe­ren­te­mente escluso che l’accesso al diritto umano all’acqua pota­bile e per l’igiene, rico­no­sciuto come tale dalla riso­lu­zione del 28 luglio 2010 dell’Assemblea Gene­rale dell’Onu, fosse fonte di lucro. E’ vero che i gruppi sociali domi­nanti del mondo del busi­ness e della poli­tica sono riu­sciti a ridurre l’acqua per la vita ad una merce, ma gli ita­liani hanno rotto la ten­denza e sono sem­pre più nume­rose le città in tutto il mondo che ripub­bli­ciz­zano i ser­vizi idrici o resi­stono alla mer­ci­fi­ca­zione della vita. E milioni di cit­ta­dini hanno detto «sì all’acqua pub­blica», abro­gando la norma che con­sen­tiva di affi­dare la gestione dei ser­vizi pub­blici locali di rile­vanza eco­no­mica a sog­getti scelti con­sen­tendo la gestione “in house” solo ove ricor­re­vano situa­zioni del tutto ecce­zio­nali, che non per­met­te­vano un effi­cace ed utile ricorso al mercato.

Gli ita­liani hanno, invece, affer­mato il diritto all’esistenza della gestione pub­blica dei ser­vizi pub­blici locali (non solo, quindi dell’acqua) e non a titolo ecce­zio­nale. Nel con­te­sto del refe­ren­dum e del dibat­tito plu­ri­de­cen­nale sull’acqua, l’opzione per la mol­te­pli­cità delle forme di gestione è stata una chiara e pos­sente affer­ma­zione della scelta degli ita­liani in favore della gestione pubblica.

Ebbene, sono pas­sati quat­tro anni interi, e gli esiti dei due refe­ren­dum sono rima­sti total­mente disat­tesi da parte delle isti­tu­zioni pub­bli­che dello Stato, governo e par­la­mento com­presi, e di tutta la classe poli­tica, eco­no­mica e sociale al potere. Non solo essi sono stati igno­rati ma i poteri diri­genti non hanno fatto altro nel corso di que­sti quat­tro anni che cer­care di adot­tare misure miranti a svuo­tare di senso e annul­lare de facto i risul­tati dei referendum.

A nulla sono valse le pro­te­ste, le mani­fe­sta­zioni, le peti­zioni degli ita­liani, le pres­sioni sul par­la­mento allo scopo di met­tere fine alloscan­dalo dell’illegittimità costi­tu­zio­nale nella quale si tro­vano le isti­tu­zioni pub­bli­che dello Stato a causa del loro rifiuto di rispet­tare i risul­tati dei refe­ren­dum. Anche il Suo pre­de­ces­sore, garante della Costi­tu­zione, non ha mai pro­nun­ciato una parola, non dico di sde­gno, ma di sem­plice monito rivolto alle isti­tu­zioni dello Stato affin­ché rispet­tas­sero e faces­sero rispet­tare le regole fis­sate dalla Costituzione.

Gen­tile Signor Pre­si­dente, oggi il com­pito di far rispet­tare la Costi­tu­zione incombe alla Sua per­sona.
Tocca a Lei essere il garante della Costi­tu­zione ita­lianacon­si­de­rata come una delle più belle costi­tu­zioni al mondo, ma sem­pre di più strac­ciata, vio­lata, rot­ta­mata. La prego, non lasci impu­nito ancora altri giorni, set­ti­mane e mesi il furto della nostra Costi­tu­zione rap­pre­sen­tato dal non rispetto della volontà di 27 milioni di Ita­liani. Non lasci raf­for­zarsi nell’animo degli ita­liani la disil­lu­sione demo­cra­tica e la sfi­du­cia nelle isti­tu­zioni dello Stato: a che serve la demo­cra­zia se poi quando votiamo lo Stato ed i diri­genti stessi non rispet­tano la volontà dei cit­ta­dini? Non lasci sva­nire la bella e ricca coscienza di 27 milioni di per­sone che hanno espresso con forza che il diritto umano alla vita pre­vale sulle pre­sunte esi­genze tecnico-finanziarie.

Non lasci riaf­fer­mare che il domi­nio del denaro e gli inte­ressi dei gruppi pri­vati e/o dei poteri pub­blici cor­rotti sia legge nel nostro Paese.
Il 12 e 13 giu­gno 2011 27 milioni di Ita­liani hanno votato per il diritto della ed alla vita.
Hanno cre­duto che l’acqua è UN BENE COMUNE essen­ziale ed inso­sti­tui­bile per la vita, hanno cre­duto nella respon­sa­bi­lità pub­blica col­let­tiva per garan­tire l’eguaglianza degli esseri umani rispetto al diritto alla vita. Hanno cre­duto nell’acqua come una delle fonti più belle e ric­che del vivere insieme, hanno cre­duto di più nella gioia del vivere che nell’arricchimento da pro­fitto, hanno dimo­strato fidu­cia nei Comuni e nelle isti­tu­zioni pub­bli­che, hanno cre­duto in un futuro per tutti. refe­ren­dum sull’acqua sono stati lapri­ma­vera ita­liana.
Un Suo inter­vento rida­rebbe luce e spe­ranza alla “primavera”.

Un grande gra­zie, con grande rispetto e fiducia.
Riccardo Petrella
PS. Ho osato scri­verLe da solo, aper­ta­mente. Mi per­doni per l’audacia. Essendo da più di venti anni impe­gnato atti­va­mente in Ita­lia ed altrove per l’acqua bene comune, l’acqua pub­blica, il diritto uni­ver­sale all’acqua e la par­te­ci­pa­zione dei cit­ta­dini al governo dei ser­vizi pub­blici locali, ho la pre­tesa di pen­sare che quanto espo­sto sia condiviso.

mercoledì 10 giugno 2015

Cattive novità: il Pd boccia il Piano Tutino

Nella direzione provinciale del Pd di Reggio Emilia convocata ieri sera si sono detti tutti d’accordo su un principio: che la gestione di un bene prezioso come l’acqua a Reggio Emilia torni in mani interamente pubbliche. Perché questo significherebbe dare concreta attuazione al volere della stragrande maggioranza dei cittadini che in tal senso si espressero nel referendum di quattro anni fa. Ma – ed ecco il mamesso nero su bianco nel documento approvato dalla direzione (che riunisce una sessantina di persone, molte delle quali sindaci e amministratori comunali) – è impraticabile la strada che prevede di scorporare il servizio idrico ora in capo a Iren e di affidarlo a una società partecipata dagli enti locali reggiani, così come indicato nello studio di fattibilità sostenuto, tra gli altri, dall’assessore comunale di Reggio Mirko Tutino. Impraticabile 

Primo, perché è una strada troppo costosa: un’operazione del genere richiederebbe un impegno non inferiore ai 230 milioni di euro, tra indennizzi a Iren, investimenti e interessi da pagare alle banche che anticiperebbero la somma necessaria per l’avvio della società pubblica.
Secondo, perché è una strada troppo rischiosa per i bilanci dei Comuni. La direzione Pd ricorda i paletti fissati dalla Legge di Stabilità 2015: secondo la norma, nel caso in cui enti pubblici affidino un servizio a una società da loro interamente controllata, gli stessi enti proprietari sono tenuti ad accantonare una somma (pro quota) pari all’impegno finanziario previsto per il triennio e ad esporre nei propri bilanci (sempre pro quota) i debiti contratti dalla società pubblica.
“I numeri messi in evidenza nello studio di fattibilità intrecciati con questo contesto normativo nazionale – dicono dal Pd – mettono potenzialmente a repentaglio l’equilibrio economico-finanziario di numerosi Comuni. Un blocco simultaneo di diversi enti avrebbe conseguenze sociali e sui servizi inimmaginabile. È necessario individuare un’altra soluzione tecnica, che garantisca a Reggio Emilia il più possibile il controllo della ‘sua’ acqua, del suo costo, della sua gestione”.
“Abbiamo l’obiettivo di garantire la qualità dell’eredità che ci è stata consegnata e i posti di lavoro – ha sottolineato ieri sera il segretario del Pd Andrea Costa – e se oggi sposassimo la soluzione prospettata dai consulenti rischieremmo di non garantire quel tipo di qualità. Dobbiamo mettere in campo un lavoro collettivo che ci aiuti a costruire una strada alternativa a quella che ci è stata prospettata. Ci sono altre strade percorribili e altre possibilità che partano da questi presupposti: sull’acqua non va fatta speculazione finanziaria, è un bene che appartiene ai cittadini. Non siamo alla tappa finale di questo percorso ma neanche troppo lontani’.
La bocciatura del progetto è stata accolta con pragmatismo dal suo principale sostenitore, l’assessore comunale del capoluogo Mirko Tutino. “Il mio compito – dice oggi – è stato quello di rassegnare una proposta a chi ha la responsabilità delle decisioni. Tocca ai sindaci l’ultima parola su un tema che avrà rilevanza per i prossimi 30 anni. Vorrei comunque – aggiunge Tutino – che fosse attuata la posizione espressa ieri dalla Direzione del Pd, per quanto sia stato tra coloro che non l’hanno condivisa”.
Più arrabbiata la reazione degli attivisti del comitato provincialeAcqua bene comune, secondo i quali “non è accettabile che il percorso di ripubblicizzazione durato quasi quattro anni sia stato bloccato all’ultimo momento”.  Il comitato annuncia una mobilitazione per sabato pomeriggio, in città, in occasione del quarto anniversario del referendum sull’acqua pubblica.

di Livio Ramolini

venerdì 17 aprile 2015

Timpano/Dosi controllato e controllore anche informali

Nell' ultimo consiglio locale di Atersir ci sono stati alcuni momenti divertenti.Li definisco in questo modo perchè,da spettatore pagante,tutto mi sarei aspettato salvo quello che ho visto e ascoltato.
Partiamo dal Ns. sindaco:Dosi con dovizia di particolari ha, ancora una volta, espresso il tantra che l' acqua è pubblica e lo sarà sempre...quindi Noi paghiamo solo il servizio di adduzione e di depurazione e non l' acqua.Ora il consumo non dovrebbe entrare in bolletta (l' acqua è pubblica) ed invece scopriamo che chi più consuma più paga.Scopriamo anche e lo vorremmo dire a Dosi che l' ente che gestisce il Servizio è una SpA di nome Iren e che il comune di Piacenza possiede alcune quote di questa società;sarà forse per questo motivo che l' azione legale nei confronti di Iren per 4 milioni di mancati investimenti (tranquilli abbiamo pagato Noi) è stata bruscamente interrotta.Queste cose sono risapute??Non sembra viste le domande dei sindaci dei comuni della provincia che in buona sostanza ,essendo molti appena stati eletti,cadono letteralmente dal pero:non sanno degli studi di fattibilità,alcuni chiedono spiegazioni,altri sostengono che le gare significano solo corruzione e spreco di denaro pubblico oppure vogliono gestire in maniera autonoma l' acqua e i rifiuti dei loro comuni.Qualcosa non ha funzionato nella comunicazione si affretta a dire Dosi ma dalla sala spunta la voce del padrone/Timpano; con solerte saggezza liquida il clima di parziale sconcerto con frasi lapidarie e senza possibilità di contraddittorio:lo studio di fattibilità c'è e non serve altro, i soldi non ci sono quindi unica soluzione una gara europea.Tutti rinfrancati da cotanto ardire e nessuno che chieda i costi di una simile operazione?Niente.Arriva poi il turno degli uomini Atersir....tutti hanno un problema:se entro settembre non si trova una soluzione si rischia il commissariamento Regione e poi Stato quindi dopo aver perso alcuni anni chiedono di decidere entro una settimana perchè la poltrona è comoda.....
Fine primo tempo.....

lunedì 16 marzo 2015

Scelte.....

LETTERA APERTA AI SINDACI
Gent.mo/a Sindaco/a,
lo scorso 17 febbraio, un martedì, a Reggio Emilia è stato presentato uno studio di fattibilità che ha chiarito la possibilità di ripubblicizzare la gestione dell'acqua a costo zero per i Comuni!
Oggi 17 marzo, martedì, Lei, con i suoi colleghi, sarà chiamato/a a dare il via libera definitivo all'ipotesi di privatizzazione della gestione di SII e rifiuti tramite una società mista (più privata che pubblica), perché a Piacenza, senza aver fatto un vero studio di fattibilità economico-finanziaria sulla ripubblicizzazione, si è deciso che la gestione pubblica è impossibile.
Come amministratore, soprattutto se di un comune con una popolazione ridotta, in buona parte decentrata rispetto al capoluogo e a maggioranza di anziani, le chiediamo di riflettere un attimo su cosa sta comportando per i suoi concittadini l'entrata in Borsa della privatizzanda Poste Italiane, e prima ancora la privatizzazione dei trasporti pubblici su gomma e su rotaia, ed agli svantaggi di una gestione sempre più privatistica della sanità.
D'altronde Lei ha ragioni da vendere che giustificano la sua scelta: con le informazioni in suo possesso ogni altra decisione era più rischiosa e controproducente (ipotesi in house), o troppo glamour per passare inosservata (ipotesi gara europea).
Ci permettiamo di ricordarLe però che lo studio commissionato da AGAC ad Agenia Consulting per la analoga realtà di Reggio Emilia dimostra la possibilità di finanziare sia l'indennizzo al gestore uscente sia il piano dei finanziamenti, totalmente mediante un prestito bancario, e dimostra altresì la sostenibilità dei ricavi dalle tariffe a far fronte alla restituzione del prestito, a costo zero per i Comuni e senza aggravi tariffari.
Infatti a Reggio Emilia si sta mettendo a punto un piano economico per la ripubblicizzazione che prevede un finanziamento bancario dell'intero ammontare di 125 milioni (102 per l'indennizzo ad Iren e 20-25 per il primo anno di gestione), mentre le entrate tariffarie consentiranno, nei 25 anni di concessione, di ripagare il debito senza alcun esborso da parte dei Comuni.
Era quello che chiedevamo venisse fatto anche per Piacenza.
Ora, viste le analogie con la situazione reggiana e con quella di Gorizia, che anni fa ha portato a termine un percorso molto simile, noi crediamo che i risultati di questo studio valgano nella sostanza anche per la nostra provincia.
Ritiene Lei accettabile che su una scelta che condizionerà la qualità e il costo di servizi così essenziali per i prossimi 25-30 anni, i Sindaci e gli Amministratori vengano chiamati a ratificare un'unica ipotesi sul tavolo senza tenere conto di questi risultati, ma anzi avendo scartato a priori l'ipotesi di una gestione pubblica che attuasse l'esito referendario?
Ebbene, chiediamo a Lei e ai suoi colleghi se intendete assumervi di fronte ai cittadini la responsabilità di legittimare una scelta calata dall'alto e presentata come l'unica possibile, anche dopo che lo studio presentato a Reggio Emilia ha chiarito la possibilità di attuare l'esito referendario a costo zero per i Comuni.
Ci auguriamo che, anziché avventurarsi in gare a doppio oggetto o in gare europee, che comporterebbero comunque rischi e costi notevoli, si colga quest'ultima occasione per attuare finalmente la volontà popolare, dando il via ad un progetto di fattibilità economico-finanziaria sulla gestione in house del SII, già più volte richiesto anche da diversi amministratori nonché dal Comune di Pontenure.
Grazie per l'attenzione.
Il Comitato Acqua Bene Comune di Piacenza
Il Comitato Acqua Pubblica Val d'Arda